La crisi climatica sta portando a un aumento della fame in tutto il mondo. La Campagna ecumenica lanciata oggi da Azione Quaresimale, HEKS e Essere solidali chiede quindi giustizia climatica e una maggiore azione politica e individuale in questo ambito.

22.02.2023 Lugano/Zurigo - La crisi climatica sta portando a un aumento della fame in tutto il mondo. La campagna ecumenica lanciata oggi da Azione Quaresimale, HEKS e Essere solidali chiede quindi giustizia climatica e una maggiore azione politica e individuale in questo ambito. Le tre organizzazioni vedono nell’agroecologia una soluzione per combattere la fame nel mondo, in quanto contribuisce a una coltivazione e a un consumo più consapevoli degli alimenti.

Da ormai un anno infuria la guerra in Ucraina. Le sofferenze causate non riguardano solo la popolazione ucraina, ma anche le popolazioni del Sud del mondo. La guerra ha portato a carenze alimentari e all’aumento dei prezzi degli alimenti di base. Questo rende più difficile l’accesso al cibo per le persone più povere, che si trovano già in una situazione nutrizionale precaria a causa della crisi climatica. Il 10% circa della popolazione mondiale è malnutrita e questa cifra è in aumento.

Il clima e la produzione di cibo si influenzano a vicenda. La coltivazione di alimenti è minacciata da eventi climatici estremi come siccità, inondazioni o uragani. Questo minaccia il diritto al cibo di milioni di persone. Allo stesso tempo, il modo in cui il cibo viene prodotto oggi causa più di un terzo dei gas serra nocivi. Per migliorare il bilancio dei gas serra del sistema alimentare, è necessario passare a un’agricoltura rispettosa delle risorse e dell’ambiente e a un consumo locale e stagionale.

Chi nutre il mondo?

La promessa dell’agroindustria di sfamare il mondo è irrealistica. Questo perché contribuisce soltanto a poco meno di un terzo del cibo mondiale, ma ha bisogno di tre quarti della terra agricola disponibile. In confronto, le famiglie contadine producono il 70% del cibo mondiale coltivando solo il 25% della terra agricola disponibile. L’industrializzazione dell’agricoltura ha raddoppiato le emissioni di gas serra in questo settore dal 1990. Il settore alimentare non deve quindi essere trascurato quando si parla di protezione del clima. HEKS, Azione Quaresimale e Essere solidali credono che l’agroecologia costituisca una soluzione efficace. Grazie ai metodi agroecologici, le contadine e i contadini producono prodotti qualitativamente e quantitativamente buoni e sani, che garantiscono loro l’accesso al cibo e un reddito a lungo termine e, allo stesso tempo, preservano la biodiversità e si prendono cura dell’ambiente.

Il ruolo della Svizzera

Le tre organizzazioni chiedono quindi che la Svizzera si assuma la responsabilità di promuovere l’agroecologia, ad esempio allineando la propria politica commerciale in modo da favorire la trasformazione agroecologica e l’attuazione del diritto al cibo. I Paesi del Nord sono i principali responsabili della crisi climatica; chi ne soffre sono le persone più bisognose dei Paesi del Sud globale. È quindi essenziale adattare le nostre azioni. La Svizzera deve ridurre le sue emissioni di CO2 e inserire nella legge una maggiore protezione del clima. Le crisi attuali, come la guerra in Ucraina o la pandemia di Covid, hanno evidenziato le dipendenze della catena alimentare globale. La crisi climatica può essere risolta solo a livello globale. Se le aziende agricole locali di piccole dimensioni si rafforzano, tutti ne traggono beneficio, dal punto di vista ecologico, economico e sociale.

Ulteriore documentazione sul tema:

Con un appello politico alla Consigliera federale Simonetta Sommaruga e un appello alla responsabilità personale, la Campagna ecumenica chiede nuovamente maggiore giustizia climatica.

Lugano/Zurigo, 18 aprile 2022 – Con un appello politico alla Consigliera federale Simonetta Sommaruga a favore di obiettivi climatici ambiziosi e un appello alla responsabilità personale, la Campagna ecumenica ha nuovamente sensibilizzato alla giustizia climatica. I messaggi fondamentali delle organizzazioni di cooperazione internazionale HEKS/EPER, Azione Quaresimale e Essere Solidali vanno di pari passo con quelli dell'ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC).

Dal punto di vista della giustizia climatica, la Svizzera non deve più emettere CO2 entro il 2050. Dato che questo ovviamente invece continuerà, la Campagna ecumenica chiede un’azione immediata. «Giustizia climatica significa che i paesi che sono le principali cause del riscaldamento globale devono assumersi la responsabilità delle conseguenze e dei danni globali del cambiamento climatico», dice Stefan Salzmann, responsabile della politica climatica ed energetica di Azione Quaresimale. La Svizzera dovrebbe quindi elaborare una nuova legge sul CO2 con un obiettivo del saldo netto pari a zero entro il 2040 con un percorso di riduzione almeno lineare ed eliminare in modo coerente i combustibili fossili. Una petizione ha già raccolto in tutta la Svizzera molte firme per questa rivendicazione e la campagna è ancora in corso.

La crisi climatica è grave, come dimostrano i due capitoli appena pubblicati del rapporto 6 dell’IPCC, che sottolinea l’urgenza di ridurre le emissioni globali di CO2, eliminare gradualmente i combustibili fossili e promuovere le energie rinnovabili. Le emissioni globali di CO2 sono in costante aumento e il piano generale della politica climatica internazionale sta portando il mondo su un percorso con un aumento della temperatura fino a 2,7 °C con conseguenze devastanti.

Ampio sostegno alla Campagna

«Siamo stati entusiasti del grande impegno delle congregazioni della Chiesa, delle classi scolastiche e dei volontari», dice Elke Fassbender, responsabile della campagna HEKS/EPER. Sono stati organizzati numerosi  momenti conviviali a base di zuppa, sono state vendute oltre 70’000 rose e sono state usate idee creative per sensibilizzare alla questione della giustizia climatica. Anche il gioco “Escape Game”, messo a disposizione per il lavoro dei giovani è stato utilizzato attivamente con grande successo. Offre ai giovani un approccio ludico a vari aspetti della giustizia climatica, dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, che possono poi affrontare in modo più approfondito. Questo acuisce il senso di responsabilità per le questioni climatiche in giovane età, perché tutti possono ridurre la loro impronta con le loro azioni.

Il titolo della campagna vuole dimostrare proprio questo: la vasca da bagno traboccante con acqua calda su un lato simboleggia il nostro comportamento di consumo nel Nord, la cui conseguenza è visibile sul lato destro con un uomo che si salva da un’inondazione, che rappresenta le varie catastrofi climatiche e la sofferenza che ne deriva. «Non si tratta di vietare alle persone di fare il bagno, ma di sensibilizzarle, incoraggiarle a riflettere e a cambiare il loro comportamento», afferma Matthias Dörnenburg, responsabile della Campagna ecumenica, a proposito del titolo della campagna.

Ulteriori informazioni:

Per sottoscrivere la petizione: Petition unterschreiben: giustiziaclimatica-adesso.ch/cartolina-postale 

La politica climatica svizzera tentenna e il tempo stringe! Con gli strumenti di oggi, non raggiungeremo gli obiettivi di domani.

Lugano/Zurigo, 15 marzo 2022 – Da oggi la Svizzera vive, in termini di giustizia climatica, a spese
degli altri. La quota di emissioni di CO2 che la Svizzera può emettere nel rispetto del limite di 1.5
gradi è stata raggiunta. Azione Quaresimale, HEKS/EPER e Essere Solidali hanno quindi richiesto
obiettivi climatici ambiziosi in una conferenza stampa a Berna. Sono necessarie misure concrete
ed efficaci per garantire che la Svizzera raggiunga l’obiettivo del saldo netto pari a zero entro il
2040. Solo così si può raggiungere la giustizia climatica e rafforzare le persone che subiscono maggiormente gli effetti del riscaldamento globale.

Per limitare il riscaldamento globale a 1.5 gradi, come previsto dall’Accordo di Parigi, la Svizzera ha fissato come obiettivo il saldo netto pari a zero entro il 2050. In termini di giustizia climatica già oggi abbiamo raggiunto la nostra quota di emissioni di CO2. A questa conclusione è giunta una discussione sulla giustizia climatica da parte di esperti in etica di istituzioni ecclesiastiche, basandosi sui dati scientifici del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC). A partire da oggi, la Svizzera non dovrebbe quindi più emettere CO2, ma continua a farlo, a spese di altri. «Ora è il momento di agire in modo coerente e ambizioso. La Svizzera deve dare il suo contributo per una maggiore giustizia climatica», ha affermato Judith Macchi, responsabile del tema clima e ambiente per HEKS/EPER, durante la conferenza stampa a Berna. 

Sforzi per maggiore giustizia climatica

In una lettera aperta (in tedesco e in francese) le organizzazioni di cooperazione internazionale chiedono al Consiglio federale e al Parlamento di fissare obiettivi climatici più ambiziosi. «Chiediamo un cambiamento coerente rispetto ai combustibili fossili», ha spiegato Stefan Salzmann, responsabile della politica climatica ed energetica di Azione Quaresimale. «L’obiettivo del saldo netto pari a zero deve essere raggiunto entro il 2040, non entro il 2050 come attualmente previsto, seguendo un percorso di riduzione almeno lineare. I contributi per finanziare la riduzione delle emissioni e gli adattamenti in altri paesi dovrebbero essere inoltre aumentati». Nell’ambito della Campagna ecumenica, le organizzazioni di cooperazione internazionale hanno quindi lanciato una petizione che può essere firmata tramite cartoline indirizzate alla Consigliera federale Sommaruga, in cui si chiede al Consiglio federale e al Parlamento di perseguire una politica climatica coraggiosa e lungimirante e di assumersi le proprie responsabilità per la giustizia climatica.   

Sguardi dal Sud

Ogni decimo di grado in più di riscaldamento globale porta a condizioni meteorologiche estreme più frequenti, che le persone nei Paesi di progetto delle tre organizzazioni di cooperazione internazionale devono affrontare più spesso. La siccità in Madagascar ha portato alla carestia, i tifoni nelle Filippine hanno causato devastazione e povertà, le inondazioni in Colombia hanno privato le persone coinvolte della speranza di un futuro migliore. Le conseguenze del cambiamento climatico sono visibili e i paesi ricchi come la Svizzera hanno la responsabilità di agire. Da un lato, perché contribuiscono significativamente di più al riscaldamento globale rispetto alle popolazioni del Sud globale, che ne sono maggiormente coinvolte, dall’altro, perché hanno le risorse necessarie per farlo, a differenza delle regioni più povere. L’ultimo rapporto dell’IPCC sottolinea la minaccia del cambiamento climatico per l’umanità e la Terra: se non si intraprendono presto azioni decisive, «la finestra per un futuro sicuro, vivibile e sostenibile si chiuderà per tutti». 

Ulteriore documentazione:

Per maggiori informazioni:  

  • Federica Mauri, media Svizzera Italiana, Azione Quaresimale, ,
    079 662 45 22

Lugano/Berna, 30 aprile 2021 - La Banca Nazionale Svizzera (BNS) dovrebbe rinunciare agli investimenti nei combustibili fossili che alimentano il riscaldamento globale. Questo è ciò che chiedono le organizzazioni di cooperazione allo sviluppo Pane per tutti e Azione Quaresimale in una petizione firmata da 14’000 persone. La petizione è stata consegnata alla BNS mercoledì sulla Piazza Federale a Berna. All'assemblea generale della banca sarà discussa anche la responsabilità della BNS in materia di protezione del clima.

In qualità di grande investitore del mondo, la Banca Nazionale Svizzera gioca un ruolo non trascurabile nella crisi climatica: alla fine del 2019, deteneva quasi sei miliardi di dollari di azioni in società di combustibili fossili, finanziando emissioni per 43 milioni di tonnellate di CO2 equivalente all’anno. Queste emissioni sono quasi pari alle emissioni nazionali della Svizzera. Secondo un rapporto di “Artisans de la transition”, la strategia di investimento della BNS promuove un riscaldamento globale da quattro a sei gradi entro il 2100. Questo renderebbe la terra in gran parte inabitabile entro la fine del secolo.In una petizione firmata da 13’929 persone, Azione Quaresimale e Pane per tutti chiedono quindi alla BNS di rinunciare immediatamente agli investimenti in combustibili fossili. La petizione è stata consegnata a un rappresentante della BNS mercoledì sulla Piazza Federale a Berna (nella foto a destra). Le organizzazioni di cooperazione allo sviluppo solleveranno anche la questione della responsabilità climatica della BNS all’assemblea generale online di oggi e interrogheranno la banca sulla sua strategia di investimento.

La Banca Nazionale Svizzera è in ritardo

La strategia di investimento della BNS è in contrasto con le sue direttive. Queste stabiliscono che la banca deve astenersi dall’investire in aziende che «violano in modo patente diritti umani fondamentali o che causano sistematicamente gravi danni ambientali». Durante la Campagna ecumenica di quest’anno “Giustizia climatica, adesso”, Pane per tutti e Azione Quaresimale hanno riferito che sono soprattutto le popolazioni dei paesi del Sud a soffrire di più le conseguenze del riscaldamento globale, con ad esempio l’aumento del numero di uragani o l’allungamento delle siccità. Questo costituisce una violazione dei diritti fondamentali di persone che hanno contribuito poco alla crisi climatica.

Co-sostenuta da Campax, la petizione chiede alla BNS di fungere da modello e di contribuire a una maggiore giustizia climatica globale eliminando gradualmente le sue partecipazioni in società di combustibili fossili. C’è ancora molto spazio di manovra per uno dei più grandi investitori del mondo. La decisione, annunciata nel dicembre 2020, di escludere dal proprio portafoglio le aziende che gestiscono principalmente miniere di carbone è solo un piccolo passo per la banca, considerando che il 99,9% dei suoi investimenti in combustibili fossili non sono interessati.

Altre banche centrali stanno andando oltre e si stanno ritirando dai combustibili fossili per ragioni climatiche e per ridurre il rischio di perdite finanziarie. Per rispettare l’Accordo di Parigi sul clima, la Banca di Francia, per esempio, prevede di eliminare completamente il carbone ed escludere le compagnie petrolifere e del gas dal suo portafoglio entro il 2024. Uno studio pubblicato a fine marzo dall’ONG Positive Money conferma che la BNS è in ritardo rispetto alle banche centrali dei paesi vicini in termini di protezione del clima, ma anche rispetto ai corrispondenti istituti dell’UE, del Regno Unito, del Brasile e della Cina.

Foto della consegna della petizione da scaricare:
https://materiali.vedere-e-agire.ch/media

Per più informazioni:
• sulla petizione alla BNS: https://materiali.vedere-e-agire.ch/bns
• sulla giustizia climatica: https://giustiziaclimatica-adesso.ch

Per domande:
• Matthias Dörnenburg, Azione Quaresimale; 041 227 59 21;
• Yvan Maillard Ardenti, Pane per tutti; 079 489 3824;

Lugano/Berna, 5 aprile 2021 - La Campagna ecumenica “Giustizia climatica – Adesso” ha suscitato numerose reazioni durante le settimane di Quaresima. Azione Quaresimale e Pane per tutti accolgono con favore questi scambi ricchi e costruttivi che rendono viva la Campagna e consentono di riaffermare l’importanza di sensibilizzare su questi temi.

Quella che si è conclusa ieri, domenica di Pasqua, è la quarta Campagna ecumenica di Azione Quaresimale e Pane per tutti incentrata sul mutamento climatico: la prima era stata proposta già nel 1989. Sarà ricordata per l’ampio dibattito che ha suscitato, a partire dal tema fino all’impegno delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo cristiane, e di conseguenza delle Chiese, a favore dell’ambiente e del diritto al cibo.

Attraverso il manifesto della campagna che recita “Meno consumismo. Abbastanza cibo per tutti” la popolazione svizzera è stata invitata a riflettere sull’impronta ecologica di ciò che consuma. In Svizzera tedesca e francese, sul manifesto è stato proposto l’esempio del consumo di carne. Infatti, la deforestazione delle foreste tropicali causata dalla sua produzione, così come l’elevata domanda di acqua ed energia che richiede, hanno un impatto indiscutibile sul mutamento climatico. Lungi dal voler mettere in cattiva luce o far sentire in colpa chi in Svizzera produce o mangia carne, l’obiettivo principale della Campagna è stato quello di incoraggiare un consumo consapevole del cibo dando la preferenza a prodotti regionali e stagionali. Ciò avvantaggia anche l’agricoltura svizzera.

Per quanto riguarda l’impegno per la giustizia climatica di Sacrifico Quaresimale e Pane per tutti va ricordato che il mutamento climatico è intrinsecamente legato a questioni di giustizia sociale e sicurezza alimentare. I sempre più frequenti eventi meteorologici estremi hanno un impatto diretto sui diritti umani e compromettono il diritto allo sviluppo dei paesi del Sud e il futuro delle prossime generazioni. Da oltre 50 anni Azione Quaresimale e Pane per tutti sensibilizzano la popolazione Svizzera e lavorano per promuovere modelli agricoli ed economici più sostenibili nel Nord e nel Sud del mondo. La Campagna “Giustizia climatica – Adesso” si iscrive in questo solco e persegue gli stessi obiettivi.

In Ticino la novità è stata il giorno di digiuno accompagnato da incontri online

Azione Quaresimale e Pane per tutti tracciano un bilancio positivo della Campagna ecumenica, che ha avuto luogo dal 17 febbraio, mercoledì delle Ceneri, al 4 aprile, domenica di Pasqua. Nonostante le difficili condizioni quadro imposte dal coronavirus, le parrocchie hanno implementato il tema della Campagna ecumenica con molta creatività. In Ticino, grazie all’impegno di diverse parrocchie, si è svolta il 20 marzo la Giornata delle rose. Inoltre, per la prima volta è stato proposto venerdì 26 marzo il digiuno comunitario, accompagnato da cinque incontri online durante i quali il tema è stato approfondito da diversi punti di vista. L’iniziativa ha suscitato interesse e curiosità.

Lugano/Lucerna, 17 marzo 2021 - Sono passati 20 anni da quando le prime rose Max Havelaar sono arrivate in Svizzera. Anche sabato prossimo, 20 marzo, 50’000 di questi fiori saranno proposti alla popolazione durante la Campagna ecumenica. Il ricavato della vendita delle rose andrà a beneficio delle famiglie contadine nel Sud del mondo.

Sabato 20 marzo 2021, innumerevoli volontari e volontarie venderanno rose in oltre 500 località svizzere. «Siamo felicissimi che tante parrocchie stiano partecipando nonostante la situazione incerta. In questo modo anche quest’anno possiamo sostenere le persone nei nostri progetti», afferma Mischa von Arb, coordinatore della Campagna ecumenica di Azione Quaresimale e Pane per tutti. La crisi legata alla pandemia di coronavirus ha aumentato la fame e la povertà nei paesi del Sud del mondo.

Il giorno dell’azione ai tempi del coronavirus

Nel rispetto delle norme di distanziamento sociale è possibile utilizzare l’app “Give a Rose”, che permette di inviare fiori digitali e di aggiungere una dedica. In Ticino le rose saranno vendute soprattutto in ambito parrocchiale a Biasca, Giubiasco, Bellinzona (Piazza del mercato), Viganello, Massagno, Lugano chiesa San Carlo, Lugano chiesa Sacro Cuore, Mezzovico-Vira-Sigirino, Caslano, Novazzano, Balerna.

Il ricavato della vendita va favore dei progetti di Azione Quaresimale e di Pane per tutti grazie ai quali famiglie contadine in regioni povere del mondo sono rese più capaci di adattarsi alle conseguenze dei mutamenti climatici, di far fronte alla deforestazione della foresta pluviale o di difendere i loro diritti. Quest’anno la Campagna ecumenica richiama l’attenzione sulla crisi climatica. Con il motto Giustizia climatica – Adesso! si dà voce a chi in Africa, Asia e America Latina, soffre già per le conseguenze del riscaldamento globale.

Ulteriori informazioni

Sulla Giornata delle rose: www.vedere-e-agire.ch/giornata-delle-rose
App: www.give-a-rose.ch
Sul tema della Campagna: www.giustiziaclimatica-adesso.ch

 

 

Marieta Llanera aus den Philippinen.

Lugano/Berna, 17 febbraio 2021. Tifoni, coste allagate, siccità: la crisi climatica minaccia l'esistenza di milioni di persone nei paesi in via di sviluppo nonostante il fatto che esse non abbiamo quasi contribuito al riscaldamento globale. Pane per tutti, Azione Quaresimale e Essere solidali rivendicano quindi più giustizia climatica: i maggiori responsabili della crisi climatica devono assumersi le loro responsabilità. Anche la Banca Nazionale svizzera (BNS).

Alla fine del 2019, la Banca Nazionale Svizzera (BNS) deteneva azioni del valore di quasi sei miliardi di dollari in società che estraggono combustibili fossili. In questo modo finanzia l’emissione di 43 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente all’anno. «Con la sua strategia di investimento, la BNS favorisce il riscaldamento climatico da quattro a sei gradi», spiega Miges Baumann, responsabile della politica di sviluppo di Pane per tutti, «ben al di sopra dell’obiettivo dell’accordo di Parigi sul clima».

Pertanto, nell’ambito della Campagna ecumenica 2021, Azione Quaresimale, Pane per tutti e Essere solidali lanciano una petizione nella quale si esorta la BNS a rinunciare tutti gli investimenti nei combustibili fossili. Questo manderebbe un segnale importante alla piazza finanziaria svizzera, perché la BNS è uno dei maggiori investitori istituzionali del mondo. Peraltro, con la sua attuale strategia di investimento, la BNS si contrappone anche alle proprie linee guida nell’ambito degli investimenti. Esse stabiliscono infatti che la BNS deve astenersi da investimenti che «violano in modo massiccio i diritti umani fondamentali o causano sistematicamente gravi danni ambientali».

«Giustizia climatica – Adesso!»

La Campagna ecumenica richiama l’attenzione, con lo slogan «Giustizia climatica – Adesso!», sul fatto che le fasce più povere della popolazione nei paesi del Sud del mondo soffrono maggiormente delle conseguenze del riscaldamento globale, malgrado il fatto che vi contribuiscano solo in minima parte. Il 50% della popolazione mondiale più povera è infatti responsabile solo del 10% delle emissioni di gas serra legate al consumo, mentre il 10% della popolazione più ricca ne produce quasi il 50%. «Promuovere una maggiore giustizia climatica è quindi imperativo e non negoziabile», ha spiegato Stefan Salzmann, responsabile di Giustizia climatica per Azione Quaresimale.

Nelle Filippine, il riscaldamento globale ha portato a un forte aumento del numero e dell’intensità dei tifoni. «Adesso contiamo 20 uragani all’anno, cinque dei quali causano gravi danni», ha riferito Marieta Llanera, ospite della campagna di Azione Quaresimale*. Le comunità di pescatori che vivono sulla costa, già sfavoriti, sono i più colpiti da questi fenomeni che minacciano i loro mezzi di sussistenza. Ora devono cambiare le loro attività e concentrarsi maggiormente sulla coltivazione di ortaggi, ciò che spesso pone un problema culturale.

In Indonesia, un paese con 81.000 chilometri di costa, il pericolo maggiore deriva dall’innalzamento del livello del mare. «Se il livello del mare si alza di un metro, andranno persi 90.000 chilometri quadrati di terra», avverte Yuyun Harmono, ospite della campagna di Pane per tutti*. E così 23 milioni di persone sarebbero costrette a fuggire. La crisi climatica può già essere avvertita chiaramente sulla piccola isola di Pari, al largo della capitale Jakarta. Pari è stata allagata due volte nel 2020: questo non era mai accaduto prima. L’impronta climatica dei residenti è minima, ha detto Harmono, ma ora la loro esistenza è minacciata – «un’estrema ingiustizia».

 *Gli ospiti della Campagna ecumenica non raggiungeranno la Svizzera a causa delle misure legate al coronavirus, ma potranno prendere parte agli eventi virtuali.

Il primo gennaio 2021 segna l'inizio dell'attuazione dell'accordo di Parigi sul clima. Dopo la firma, gli Stati membri hanno adottato obiettivi nazionali sul clima e si sono impegnati a rafforzarli ogni cinque anni. Azione Quaresimale e Pane per tutti sperano che questo primo periodo di impegno sia un simbolo di speranza nella lotta alla crisi climatica.

Diverse regioni del mondo sono già gravemente colpite dal cambiamento climatico. In Africa, Asia, America Latina e Oceania, molte popolazioni lo vivono quotidianamente. Le nostre organizzazioni partner segnalano disastri climatici sempre più frequenti e violenti. Le persone che vivono in povertà sono le più colpite, perché non hanno i mezzi per adattarsi alle nuove condizioni di vita. La siccità persistente mette in pericolo il loro diritto al cibo, mentre l’innalzamento del livello del mare li costringe a trasferirsi. MeteoSvizzera ha riferito lo scorso dicembre che il 2020 è stato caldo come il 2018 – un anno record – in Svizzera, come nella maggior parte dei paesi ricchi, ma malgrado ciò quello appena trascorso è stato solo un altro anno segnato da piccoli passi. Data l’ampiezza delle sfide che ci attendono, possiamo chiaramente parlare di negligenza, mancanza di giudizio e visione miope di una situazione che richiederebbe invece la nostra piena attenzione. Anzi, più avanziamo, più diminuiscono i margini di manovra e più a lungo procrastiniamo il nostro agire, più difficile e costosa sarà la lotta al riscaldamento globale e alle sue conseguenze.

Il tempo stringe

È già chiaro fin da ora che è necessario un rafforzamento degli attuali obiettivi climatici perché, per il momento, le promesse non mantenute degli Stati portano ad un riscaldamento di 3-4 gradi, anziché di 1,5-2 gradi previsto dall’accordo. La politica nazionale deve agire ora; ha dimostrato la sua capacità di farlo durante la pandemia di coronavirus. La portata della minaccia rappresentata dalla crisi climatica si profila all’orizzonte, ma è ancora poco compresa. Il periodo fino al 2030 sarà cruciale. A quel punto, saranno necessarie riduzioni sostanziali delle emissioni di CO2 a livello globale. I paesi ricchi, che da un lato sono i maggiori inquinatori del pianeta e, dall’altro, hanno più mezzi finanziari, hanno una grande responsabilità in questo senso.La Svizzera non fa eccezione. La revisione della legge sul CO2 è un buon inizio, ma non è sufficiente. Sono urgentemente necessarie ulteriori misure per garantire un’attuazione coerente dell’accordo, come la decarbonizzazione della piazza finanziaria svizzera e l’abbandono dei combustibili e dei combustibili fossili entro il 2040 al più tardi. Affinché ciò sia possibile, il Parlamento deve agire prima della fine di questa legislatura. In qualità di membri dell’Iniziativa per i ghiacciai chiediamo al governo svizzero di mantenere le promesse fatte al momento della firma dell’accordo di Parigi. L’iniziativa fornisce la base giuridica per abbandonare i combustibili fossili e raggiungere una società zero netto.

L’Iniziativa non passa, ma l'impegno per i diritti di tutti continua

Sacrifico Quaresimale e Pane per tutti sono delusi dal fatto che la maggioranza dei Cantoni abbia detto «no» all’Iniziativa per multinazionali responsabili. Per il popolo è invece chiaro che le imprese svizzere devono assumersi le proprie responsabilità anche all'estero e ciò incoraggia le due organizzazioni a continuare il loro importante lavoro nel campo dei diritti umani nei paesi del Sud. Il Consiglio federale e le grandi lobby economiche dovranno ora rispondere alle attese espresse dalla popolazione per un’economia più etica.

Azione Quaresimale e Pane per tutti sono fra coloro che hanno promosso l’Iniziativa e deplorano il «no» della maggioranza dei Cantoni. In Ticino la delusione è mitigata dal fatto che il 54,2% della popolazione ha invece detto «sì». Queste due organizzazioni sono però convinte che l’impegno per i diritti umani e l’ambiente profuso in questi anni abbia dato i suoi frutti, come lo conferma l’accettazione popolare con il 50,7% di voti a favore. Raramente una campagna politica ha scaldato così tanto gli animi e ha portato a così animate discussioni. L’ampio sostegno fornito da migliaia di volontari di tutta la società civile ha evidenziato ciò che sta a cuore alla popolazione: un’economia svizzera di successo, che presti attenzione anche ai diritti umani e alla protezione dell’ambiente.

È stata indubbiamente l’Iniziativa a far maturare la consapevolezza in questo ambito. Fino a pochi anni fa non erano in molti a far riaffiorare le violazioni dei diritti umani da parte di multinazionali svizzere attive all’estero. Oggi nessuno nega che queste debbano anch’esse rispettare i diritti umani e l’ambiente, non solo in Svizzera.

In nostro impegno continua

Durante la campagna il Consiglio federale e le organizzazioni economiche hanno più volte sottolineato di condividere pienamente l’obiettivo dell’Iniziativa: la tutela dei diritti umani e dell’ambiente. Azione Quaresimale e Pane per tutti si aspettano quindi che alle dichiarazioni seguano i fatti e che questi abbiano un effetto positivo sulla situazione delle persone toccate dalle attività delle multinazionali svizzere.

Azione Quaresimale e Pane per tutti continueranno le loro attività nel campo dei diritti umani. Le due organizzazioni si impegneranno in difesa dei più poveri, denunceranno gli abusi insieme alle loro organizzazioni partner e chiederanno giustizia, in Svizzera e anche direttamente sul posto. Perché quando le aziende violano i diritti umani o distruggono l’ambiente, questo deve essere reso pubblico. Non può esistere un profitto fatto a spese dei più deboli della società.

Per maggiori informazioni :

Chantal Peyer, responsabile Economia etica, Pane per tutti, 079 759 39 30
Bernd Nilles, direttore, Azione Quaresimale, 079 738 97 57

Le sementi devono appartenere alle contadine e ai contadini che le usano. Questa è la richiesta avanzata da oltre 2300 persone provenienti da 11 paesi che hanno scritto una lettera alla Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Quest’ultima ha reagito con una presa di posizione ufficiale, che Azione Quaresimale e Pane per tutti hanno commentato.

Durante la Campagna ecumenica quaresimale 2020, svoltasi fra febbraio e aprile, circa 2400 fra contadine e contadine da 11 paesi di Africa, Asia e America Latina, come pure cittadini e cittadine in Svizzera hanno inviato oltre 1300 lettere alla Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Nelle missive si esorta la Seco a non più esigere, all’interno di accordi di libero scambio con paesi del Sud, leggi sulla protezione delle varietà vegetali secondo la Convenzione UPOV91. Si tratta infatti di leggi che limitano l’accesso alle sementi, contribuendo a ridurne drasticamente le varietà e minacciando la sicurezza alimentare a livello mondiale.

In una presa di posizione ufficiale nel febbraio 2020, la Seco ha reagito a queste lettere: la “Coalizione svizzera per il Diritto alle sementi” (di cui fanno parte anche Azione Quaresimale e Pane per tutti) ha a sua volta replicato in modo esaustivo (versione per esteso in francese) alla risposta della Seco.

Qui può trovare una sintesi dell’analisi fatta dalla Coalizione sui punti principali sollevati dalla Seco:

Reazione alla presa di posizione della Seco (versione ridotta)

L’adesione all’UPOV91 non è un presupposto ma un requisito di base

La Svizzera «non farebbe dell’adesione all’UPOV un presupposto per la conclusione di un accordo di libero scambio». Per la “Coalizione svizzera per il Diritto alle sementi” questa affermazione è fuorviante. Secondo la dichiarazione della Seco, l’adesione all’UPOV o a una legge sulla protezione delle varietà vegetali secondo i criteri dell’UPOV91 non è un presupposto per un accordo di libero scambio con la Svizzera. Tuttavia, è un requisito fondamentale della Svizzera quando si avviano tutti i negoziati per gli accordi di libero scambio con i Paesi non UPOV.

Un sistema ideato da pochi, che deve valere per molti

La Convenzione UPOV è dominata dagli interessi dell’industria semenziera, anche se ora vi sono anche paesi in via di sviluppo che l’hanno sottoscritta. Originariamente, la Convenzione fu negoziata nel 1961 da sei paesi dell’Europa occidentale. Gli allora 20 Stati membri dell’UPOV parteciparono all’elaborazione della versione del 1991, richiesta dalla Svizzera negli accordi di libero scambio. L’unico Paese del Sud al tavolo delle trattative fu il Sudafrica, allora sotto il governo dell’apartheid. La voce del Sud è quindi stata completamente tralasciata. In termini di legittimità, la Convenzione UPOV non può quindi in alcun modo essere equiparata a un accordo dell’ONU o delle sue agenzie specializzate, dove praticamente tutti i Paesi sono autorizzati a partecipare ai negoziati. I Paesi in via di sviluppo tra gli attuali membri dell’UPOV hanno ratificato, laddove possibile, la versione del 1978, che consente loro anche maggiori libertà per quanto riguarda i diritti degli agricoltori. Anche grandi produttori agricoli come Cina, Brasile o Argentina hanno firmato la versione del ‘78. La Seco chiede ora che paesi molto più poveri come l’Indonesia o la Malesia introducano misure di protezione delle varietà vegetali più severe rispetto a questi mega produttori agricoli. Altri Paesi in via di sviluppo che hanno ratificato la legge UPOV del 1991 lo hanno fatto perché sono stati costretti a farlo da accordi di libero scambio come quelli dell’AELS (Associazione europea di libero scambio) o degli USA (ad esempio Perù, Marocco, Costa Rica). 

Predicare bene ma razzolare male

Contrariamente a quanto sostiene la Seco, non è quindi ovvio che la Svizzera e l’AELS esigano dai paesi partner una legge sulla protezione delle varietà vegetali ai sensi dell’UPOV 91. Ciò è tanto più vero in quanto tre dei quattro Stati dell’AELS (Svizzera, Norvegia e Liechtenstein) non soddisfano tali requisiti con le proprie leggi: i paesi dell’AELS esigono dai paesi partner leggi più severe in materia di protezione delle varietà vegetali di quelle che essi stessi sono disposti a introdurre.

Nella sua dichiarazione, la Seco suggerisce l’apertura a una migliore presa in considerazione dei diritti delle contadine e dei contadini alle sementi: «L’obiettivo di ogni accordo di libero scambio negoziato dalla Svizzera è quello di creare la migliore soluzione possibile per tutti gli interessati. La Svizzera e gli altri Stati membri dell’AELS sono quindi aperti a trovare soluzioni alternative individuali con i Paesi partner, se necessario… Ciò è stato fatto, ad esempio, nei negoziati recentemente conclusi con l’Indonesia e le Filippine».

Questo non è corretto. Secondo l’accordo di libero scambio, l’Indonesia deve attuare tutte le «disposizioni essenziali» della Convenzione UPOV91. L’unica cosa che è stata concessa all’Indonesia è il diritto di continuare a proteggere le sue varietà locali. Tuttavia, ciò non ha alcun legame diretto con il diritto delle contadine e dei contadini di riprodurre, scambiare o vendere sementi di varietà protette. In questo caso non si può quindi parlare di una «soluzione alternativa».

In contraddizione rispetto ai diritti degli agricoltori

Per trovare la migliore soluzione possibile, è essenziale che nel processo di negoziazione si tenga conto anche degli interessi delle contadine e dei contadini. Tuttavia, poiché i negoziati sugli accordi di libero scambio si svolgono a porte chiuse, non vi è alcuna possibilità per gli interessati di partecipare direttamente ai colloqui. Questa esclusione è contraria ai diritti delle contadine e dei contadini sanciti dal Trattato internazionale sulle sementi della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e dalla Dichiarazione dei diritti degli agricoltori dell’ONU. Inoltre, il Seco si rifiuta ancora di considerare le implicazioni dell’UPOV91 sui diritti umani. Anche se vari studi e rapporti indicano che l’introduzione della Convenzione UPOV91 potrebbe mettere a repentaglio i diritti umani, in particolare il diritto al cibo.

Interessi delle multinazionali prioritari

Una richiesta concreta formulata nelle lettere inviate alla Seco è stata, tra l’altro, quella di rinunciare alla richiesta di aderire all’UPOV nei negoziati per l’accordo di libero scambio in corso con la Malesia. Questa specifica richiesta non è stata menzionata nella presa di posizione ufficiale.

La Seco si riferisce anche alla Svizzera come luogo di ricerca, che «è interessata ad un’adeguata protezione dei diritti di proprietà intellettuale anche nei paesi partner». In questo modo è chiaro che continua a dare più peso agli interessi dei produttori di sementi commerciali e statali, comprese le multinazionali attive nel settore dell’agro industria che dominano il mercato, che non ai diritti delle contadine e dei contadini.

La dichiarazione si conclude con la volontà della Seco di «continuare il dialogo con i vari gruppi di interesse». Da parte sua la Coalizione svizzera per il Diritto alle sementi continuerà a cercare il dialogo con la Seco.

Ci aiuti anche lei a difendere i diritti umani

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Lugano / Berna, 13 aprile 2020 – Le sementi devono appartenere alle contadine e ai contadini che le usano: questo è quanto chiedono più di 2300 persone provenienti da 11 paesi nelle loro lettere inviate alla Seco. La partecipazione a questa azione, organizzata dalle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo Azione Quaresimale, Pane per tutti ed Essere solidali nell’ambito della Campagna ecumenica, ha superato ogni aspettativa.

Attualmente la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) sta negoziando accordi di libero scambio con diversi paesi, nei quali si esige fra le altre cose, una rigorosa protezione delle varietà vegetali per le sementi. Contadine e contadini si oppongono a questa richiesta perché limiterebbe drasticamente il loro diritto sulle sementi. Nelle ultime settimane la Seco ha ricevuto circa 1300 lettere di protesta da parte di contadini dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, senza contare le numerose lettere di solidarietà dalla Svizzera. Le lettere sono state firmate da oltre 2300 persone provenienti da undici nazioni. «Le numerose reazioni pervenute da così tanti Paesi dimostrano quanto questo tema sia rilevante per le contadine e i contadini», dichiara Tina Goethe, esperta di diritto al cibo presso Pane per tutti.

 

La Seco ha ora reagito con una presa di posizione ufficiale. In essa, riconosce la preoccupazione degli agricoltori di tutto il mondo per il diritto alle sementi come una questione importante ed esprime l’apertura «a trovare soluzioni alternative individuali con i paesi partner, se necessario». Tuttavia, non si sa come la Svizzera, concretamente, intenda rispondere a queste preoccupazioni. Pane per tutti e Azione Quaresimale continueranno ad impegnarsi per far sì che gli accordi di libero scambio svizzeri non richiedano più severe leggi sulla protezione delle varietà vegetali; lo faranno in particolare nell’ambito della neo-costituita Coalizione per il diritto alle sementi, dove insieme ad altre organizzazioni continueranno anche in futuro a perseguire i loro sforzi sul tema della campagna “Insieme per un’agricoltura capace di seminare il nostro futuro”. Claudia Fuhrer, esperta di diritto al cibo presso Azione Quaresimale sottolinea: «Chi controlla le sementi controlla il cibo. È quindi importante che le contadine e i contadini continuino ad avere accesso illimitato alle sementi, di cui i grandi gruppi agroindustriali non devono avere il monopolio».

Il Covid-19 ha messo la Campagna sottosopra

Poco dopo il lancio della Campagna ecumenica a fine febbraio, la pandemia di coronavirus ha paralizzato la vita pubblica in Svizzera. La maggior parte dei pranzi e delle cene solidali, delle funzioni religiose e degli eventi pubblici previsti hanno dovuto essere cancellati. Anche la tradizionale “Giornata delle rose”, con la vendita di rose per strada a inizio primavera non ha potuto avere luogo. Ciò significa che alle tre organizzazioni di cooperazione internazionale viene a mancare almeno mezzo milione di franchi svizzeri di fondi destinati ai progetti di cooperazione allo sviluppo. Le 80’000 con il marchio Max Havelaar del commercio equo e solidale già ordinate, sono state regalate a case per anziani e ospedali: un gesto che ha avuto un grande riscontro e che ha toccato/colpito molte persone.

Le tre ONG hanno quindi ideato e proposto delle alternative per permettere alle persone di vivere la Campagna, anche da casa propria. «Grazie ad uno sforzo collettivo siamo stati in grado di offrire rapidamente delle alternative e rianimare così lo spirito della Campagna ecumenica» afferma Bernd Nilles, direttore di Azione Quaresimale, che aggiunge: «È tragico che a seguito della situazione venutasi a creare a causa del Covid-19, le offerte destinate ai più poveri siano diminuite molto. Cercheremo di porvi rimedio nel corso dell’anno». Solo nelle prossime settimane sarà possibile determinare in quale misura la pandemia di Coronavirus abbia avuto ripercussioni sulle offerte e l’entità della riduzione.

Secondo Bernard DuPasquier, direttore di Pane per tutti, rimane una consolazione: «Sono particolarmente colpito dall’ondata di solidarietà che stiamo vivendo nel nostro Paese», spiega, sottolineando al contempo che questa solidarietà non dovrebbe limitarsi alla sola Svizzera, ma che l’impegno delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo al Sud è particolarmente importante in questo momento.

Presa di posizione della Seco in merito alla protezione delle varietà vegetali negli accordi di libero scambio:

https://www.seco.admin.ch/seco/it/home/seco/stellungnahmen_medienbeitraege.html#1183045209

 

Galleria di immagini delle persone che hanno firmato e inviato le lettere:

https://materiali.vedere-e-agire.ch/lettere/

La Campagna ecumenica in breve

Dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale della chiesa cattolica Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). La Campagna ecumenica ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiustizie che condannano più di 800 milioni di persone nel mondo a patire a causa della fame e della povertà. Ma il solo prendere coscienza di questa realtà non basta, bisogna anche agire. Per questo motivo le tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo mostrano possibili soluzioni come il cambiare il proprio stile di vita e di consumo, fare un’offerta per sostenere un progetto al Sud o prendere parte ad un’azione, facendo così della Campagna ecumenica il simbolo di una solidarietà vissuta.

Lugano/Berna – Azione Quaresimale e Pane per tutti regalano rose agli ospedali, alle case di riposo e alle case di cura. Tali fiori erano destinati alla vendita in occasione della tradizionale “Giornata delle rose”, che non ha potuto aver luogo a causa delle disposizioni sul Coronavirus. Questa azione alternativa vuole portare un po' di speranza e di colore alle persone anziane nelle case di riposo e a quelle ricoverate in ospedale, che non possono più ricevere visite. Ma le rose vogliono anche essere un ringraziamento al personale curante per il loro instancabile impegno in questa situazione di crisi.

Azione Quaresimale e Pane per tutti regalano rose a ospedali, case di riposo e di cura. I fiori avrebbero dovuto essere venduti in occasione della tradizionale “Giornata delle rose”, che non ha potuto aver luogo a causa delle disposizioni sul coronavirus. L’azione alternativa è stata voluta per portare speranza e colore alle persone anziane nelle case di riposo e a quelle ricoverate in ospedale, che da settimane non possono più ricevere visite. Inoltre le rose esprimono un ringraziamento al personale curante per l’instancabile impegno in questa situazione di crisi.

Sabato 21 marzo centinaia di persone, a titolo volontario, si erano messe a disposizione per animare le piazze di tutta la Svizzera con la vendita di rose del commercio equo e solidale. Il ricavato sarebbe servito a finanziare i progetti di Pane per tutti e Azione Quaresimale. Ma il Covid-19 ha reso impossibile questa azione dopo l’emanazione e la generalizzazione delle misure di contenimento.

Invece di far appassire le rose nei magazzini, abbiamo pensato di regalarle. Così, venerdì 20 marzo, ospedali, case di riposo e di cura di Zurigo, Lucerna, Berna, Basilea e Losanna hanno ricevuto un totale di 50’000 rose. Sebbene fosse un’idea nata in Ticino, la distribuzione al Sud delle Alpi non è stata possibile per questioni logistiche.

Azione Quaresimale e Pane per tutti esprimono la loro gratitudine a tutte le istituzioni coinvolte. Grazie alla loro reattività e alla loro professionalità è stato possibile portare a termine questa iniziativa, in un periodo in cui le opere sociali e sanitarie sono molto sollecitate.

Ulteriori informazioni:
Mischa von Arb, coordinatore della Campagna ecumenica, mail, +41 78 625 27 12

Lugano / Berna, 17 marzo 2020 – Quest'anno, per la prima volta in 17 anni d’esistenza, la tradizionale “Giornata delle rose” non avrà luogo. Sabato 21 marzo, la prevista vendita di rose del commercio equo, proposta nell’ambito della Campagna ecumenica di Azione Quaresimale, Pane per tutti ed Essere solidali è infatti stata annullata. Nessuna delle 80'000 rose ordinate sarà venduta e il ricavato previsto non potrà andare a sostegno dei progetti al Sud delle tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo.

Molte persone nelle parrocchie si erano messe a disposizione a titolo volontario per vendere rose a sostegno dei progetti al Sud delle tre organizzazioni di cooperazione internazionale sabato 21 marzo. L’epidemia di coronavirus ha però deciso altrimenti.

«Tutto ciò ci rattrista molto. La Giornata delle rose è una meravigliosa opportunità per dare visibilità alla Campagna ecumenica e per mostrare il grande impegno delle parrocchie», afferma Matthias Dörnenburg, responsabile del dipartimento Comunicazione presso Azione Quaresimale. «Ma la salute della popolazione è chiaramente prioritaria».

La Giornata delle rose permette di raccogliere ogni anno all’incirca mezzo milione di franchi svizzeri, che sono destinati interamente ai progetti delle tre organizzazioni in paesi di Africa, Asia e America Latina. Lì Pane per tutti, Azione Quaresimale ed Essere solidali si impegnano per un mondo senza fame e senza povertà e per condizioni di vita degne per tutte e tutti.

Si sta ora discutendo quale sorte sarà riservata alle 80.000 rose ordinate. Diverse case per anziani sono state contattate ed è stato chiesto loro se le rose potessero essere distribuite gratuitamente ai residenti che attualmente non possono ricevere visite da parte di familiari e conoscenti. Le rose inoltre potrebbero portare un po’ di colore e un raggio di speranza anche al personale curante che in questo periodo difficile si sta prodigando senza sosta. In fondo i fiori infondono gioia e sarebbe peccato lasciarli appassire in una cella frigorifera.

Con l’applicazione “Give a Rose”, è possibile offrire rose virtuali, accompagnate da una dedica, e questo tutto l’anno: un modo per diffondere un po’ di gioia anche se la Giornata delle rose non avrà luogo.

Lugano / Berna, 26 febbraio 2020 - La Svizzera sta negoziando attualmente un accordo di libero scambio con la Malesia. Se questo entrerà in vigore, gli agricoltori malesi perderanno il controllo delle loro sementi a favore dei grandi gruppi agroindustriali. Questo minaccia il loro sostentamento. Azione Quaresimale, Pane per tutti e Essere solidali sostengono quindi la loro azione di protesta, che interessa quattro continenti.

Nell’accordo di libero scambio in fase di negoziazione, la Svizzera esige che la Malesia introduca una severa legge sulla protezione delle varietà vegetali in materia di sementi, conformemente alla Convenzione internazionale UPOV 91 (ratificata nel 1991). La protezione delle varietà vegetali, una sorta di brevetto sulle sementi, garantisce alle aziende selezionatrici diritti di monopolio, di cui beneficiano soprattutto le multinazionali dell’agricoltura, mentre agli agricoltori non è più permesso scambiare e vendere liberamente le sementi. In futuro dovranno acquistarle a caro prezzo ogni anno dalle aziende semenziere.

«Se non ci è più permesso produrre i nostri semi, saranno le aziende semenziere a determinarne il prezzo. La legge ci impedisce anche di trasmettere il nostro sapere tradizionale alle generazioni future», afferma Borhan Omar, consigliere locale di Sungai Rusa, un piccolo paese in Malesia. Da generazioni, le famiglie contadine della sua comunità hanno coltivato le proprie sementi: le moltiplicano, le scambiano e le vendono.

Si tratta di una situazione inaccettabile per Pane per tutti, Azione Quaresimale ed Essere solidali. «La legge sulla protezione delle varietà vegetali richiesta dalla Svizzera significa che le persone perdono il diritto alle proprie sementi. Questo contraddice la Dichiarazione dell’ONU sui diritti delle contadine e dei contadini, che è stata co-firmata dalla Svizzera nel 2018», afferma Tina Goethe, responsabile del tema Diritto al cibo presso Pane per tutti.

Lettere dalla Malesia

Oggi, tre imprese controllano più della metà delle sementi commercializzate in tutto il mondo, tra cui Syngenta, con sede in Svizzera. Ciò significa che poche aziende decidono cosa viene coltivato e cosa viene mangiato. Le conseguenze di ciò si fanno già sentire nei paesi in cui operano Azione Quaresimale e Pane per tutti.

Per evitare che ciò avvenga in Malesia, Borhan Omar e circa 90 agricoltori malesi hanno inviato lettere alla Segreteria di Stato dell’economia (Seco), che sta conducendo i negoziati. Vogliono che la richiesta di una legge sulla protezione delle varietà vegetali (come impone la convenzione UPOV 91) sia eliminata dall’accordo di libero scambio.

Finora oltre 1000 persone da Africa, America Latina, Europa e da altre nazioni asiatiche hanno scritto alla Seco per esprimere la loro preoccupazione e la loro solidarietà con la Malesia. La popolazione svizzera è anch’essa invitata a sostenere questa azione, come già fatto da più di 200 persone e numerose parrocchie.

«Molte organizzazioni partner di paesi in cui è già in vigore la legge sulla protezione delle varietà vegetali si lamentano delle massicce restrizioni per gli agricoltori. E dove non è ancora stato implementato, aleggia su di loro come una spada di Damocle», afferma Claudia Fuhrer, responsabile per la tematica Diritto al cibo presso Azione Quaresimale. «La Svizzera non deve quindi esigere leggi severe sulla protezione delle varietà vegetali neanche nei futuri accordi commerciali con i Paesi in via di sviluppo» aggiunge.

Con il motto «Insieme per un’agricoltura capace di seminare il nostro futuro», Azione Quaresimale, Pane per tutti ed Essere solidali, con la Campagna ecumenica 2020 chiedono che le sementi rurali e il controllo su di esse rimangano nelle mani delle contadine e dei contadini.

Nella Svizzera italiana, allo scopo di sensibilizzare il pubblico sulla problematica, sarà presente per alcuni giorni una ospite dal Sudafrica, Mercia Andrews, che porterà la sua testimonianza diretta martedì 10 marzo a Bellinzona (alle ore 20:15 presso la Chiesa di San Giovanni). Mercia Andrews è co-direttrice del Trust for Community Outreach and Education (TCOE), un’organizzazione partner di Azione Quaresimale in Sudafrica e dirige una rete di associazioni di contadine impegnate nel fare lobby per la protezione delle sementi coltivate, i modelli agricoli alternativi, la biodiversità e la giustizia climatica. 

Dossier stampa e materiale d’approfondimento:

Ulteriori informazioni e interviste:

  • Tina Goethe, dossier Diritto al cibo Pane per tutti, mail, 031 380 65 93 / 076 516 59 57 (D e F)
  • Claudia Fuhrer, responsabile Programma Diritto al cibo Azione Quaresimale, mail, +41 41 227 59 42 (D e F)
  • Federica Mauri, comunicazione e PR Azione Quaresimale; mail, 091 922 70 47
  • Gabriela Neuhaus, responsabile media Pane per tutti, mail, 031 380 65 71 (D e F)

La Campagna ecumenica in breve

Dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale della chiesa cattolica Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). La Campagna ecumenica ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiustizie che condannano più di 800 milioni di persone nel mondo a patire a causa della fame e della povertà. Ma il solo prendere coscienza di questa realtà non basta, bisogna anche agire. Per questo motivo le tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo mostrano possibili soluzioni come il cambiare il proprio stile di vita e di consumo, fare un’offerta per sostenere un progetto al Sud o prendere parte ad un’azione, facendo così della Campagna ecumenica il simbolo di una solidarietà vissuta.

Il Consiglio degli Stati ha adottato oggi un controprogetto alibi. La lobby delle multinazionali ha quindi prevalso. Multinazionali come Glencore e Syngenta non saranno ritenute responsabili per i danni causati, ma dovranno soltanto pubblicare una volta all'anno un bell’opuscolo patinato.

In seguito alla decisione odierna del Consiglio degli Stati, è molto probabile che la Svizzera l’anno prossimo voterà sull’Iniziativa per multinazionali responsabili. Il controprogetto alibi, redatto ad hoc in tempi rapidi dalla Consigliera federale Keller-Sutter ha ottenuto una maggioranza al Consiglio degli Stati. Naturalmente, questa proposta non comporterà il ritiro dell’Iniziativa, dato che non contiene alcuna normativa vincolante atta ad impedire le violazioni dei diritti umani da parte delle multinazionali.

Con la decisione odierna, la maggioranza del Consiglio degli Stati adotta un ruolo protettivo nei confronti delle grandi multinazionali senza scrupoli come Syngenta e Glencore, e vuole che anche in futuro queste società non siano ritenute responsabili per le violazioni dei diritti umani commesse. Il controprogetto alibi adottato non apporta alcun miglioramento, ma ha lo scopo di far credere agli elettori che l’Iniziativa per multinazionali responsabili non sia più necessaria.

Dick Marty, copresidente del Comitato d’Iniziativa, è convinto che la popolazione non cadrà in questa trappola: «Ritengo che questo controprogetto alibi non disorienterà gli elettori, perché tutti sappiamo che sono proprio le grandi multinazionali senza scrupoli a pubblicare con piacere opuscoli patinati sul loro operato. Società come Glencore inizieranno a svolgere le loro attività correttamente solo quando le violazioni dei diritti umani avranno delle conseguenze di cui dovranno rispondere».

Al voto l’anno prossimo

La votazione si svolgerà probabilmente nell’autunno/inverno 2020. Dick Marty guarda con fiducia alla campagna per il voto: «Il grande sostegno – soprattutto da parte degli ambienti economici – mi rende ottimista. Sono molto fiducioso, in quanto la nostra Iniziativa ha una pretesa ovvia: quando le multinazionali avvelenano l’acqua potabile oppure distruggono intere regioni, devono assumersi le loro responsabilità».

Dopo oltre due anni di dibattiti, 20 riunioni delle Commissioni e a dispetto di due chiare approvazioni da parte del Consiglio nazionale, il Consiglio degli Stati oggi avrebbe avuto l’opportunità di adottare un compromesso ampiamente condiviso. Anche se questo compromesso comportava tagli sostanziali all’Iniziativa per multinazionali responsabili, avrebbe comunque portato all’adozione di una regolamentazione minima rispetto alle violazioni più gravi dei diritti umani da parte delle multinazionali.

Ora tocca al Consiglio nazionale decidere se vuole mantenere fede al proprio controprogetto. Con la decisione odierna del Consiglio degli Stati, tuttavia, è molto probabile che si andrà a votare. 

Sostenga anche lei la promozione dei diritti umani

Firmate la petizione indirizzata a Glencore: in Cerro de Pasco una miniera gigantesca di Glencore ha creato una voragine nel centro della città. Il suolo, l’acqua e l’aria sono fortemente inquinati.

Mentre Glencore cerca di sminuire il problema e di sottrarsi alle sue responsabilità, un’analisi effettuata su campioni di capelli di bambini che vivono a Cerro de Pasco (in Perù), mostra che l’esposizione al piombo ha continuato a peggiorare negli ultimi anni. L’avvelenamento da piombo causa anemia, disabilità e paralisi.

L’Iniziativa per multinazionali responsabili, che Azione Quaresimale sostiene fin dai suoi esordi, ha avviato un’azione tramite lettere di protesta ai vertici di Glencore. L’azienda deve smetterla di sottrarsi alle sue responsabilità e di avvelenare bambini e adulti a Cerro de Pasco con metalli pesanti.

Insieme, possiamo fare in modo che aziende come Glencore rispondano per quello che fanno.

Sostenga anche lei la difesa dei diritti umani

L'azienda statale marocchina OCP inquina l'aria con le sue fabbriche di fertilizzanti, danneggiando così la salute dei dipendenti e della popolazione. Secondo un nuovo rapporto di Pane per tutti, SWISSAID e Azione Quaresimale, almeno undici commercianti svizzeri di materie prime intrattengono relazioni commerciali con OCP e sono quindi implicati in Marocco in violazioni dei diritti umani e nell'inquinamento ambientale. Ciò dimostra l'urgenza dell'Iniziativa per multinazionali responsabili, sulla quale il Consiglio nazionale si pronuncerà nuovamente settimana prossima.

Le fabbriche di fertilizzanti di OCP (Office Chérifien des Phosphates) di Safi e Jorf Lasfar, sulla costa atlantica marocchina, emettono grandi quantità di polveri fini/particolato e di inquinanti atmosferici come il fluoruro di idrogeno. Questo inquinamento ha enormi conseguenze sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori e della popolazione che vive nei dintorni delle fabbriche dove il fosfato proveniente dal Marocco viene trasformato in fertilizzanti.

Secondo un nuovo rapporto delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo SWISSAID, Pane per tutti e Azione Quaresimale, molti dipendenti delle due fabbriche soffrono di malattie respiratorie e cancro. Secondo quanto riferito dai sindacati, molti di loro sono già morti. Anche le misurazioni della qualità dell’aria nelle vicinanze dello stabilimento OCP di Safi hanno evidenziato valori molto elevati: l’esposizione al particolato (PM2.5) è stata da 6 a 16 volte superiore al valore indicativo giornaliero raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Anche la popolazione nelle vicinanze delle due fabbriche di fertilizzanti è gravemente colpita dalle conseguenze dell’inquinamento ambientale. Molte persone intervistate dagli autori del rapporto soffrono di irritazione oculare, malattie respiratorie o fluorosi dentale. I bambini dei villaggi vicino allo stabilimento di Jorf Lasfar hanno riferito di doversi coprire il naso con un fazzoletto quando si recano a scuola a causa dell’odore pungente.

Coinvolti commercianti svizzeri di materie prime

OCP è il maggiore produttore mondiale di fosfato di roccia e il secondo produttore di fertilizzanti fosfatici. Ha una filiale a Ginevra, Saftco SA, che nel 2017 ha commercializzato oltre 300’000 tonnellate di fertilizzanti. Dal rapporto risulta che, oltre a Saftco, almeno altri dieci commercianti svizzeri di materie prime intrattengono relazioni commerciali con OCP. Tuttavia, nessuna di queste società sembra aver svolto un processo di dovuta diligenza sul rispetto delle norme ambientali e dei diritti umani da parte dei loro fornitori marocchini.

Questo è quanto raccomandato dalla SECO e dal DFAE in una guida pubblicata l’anno scorso sull’attuazione dei Principi guida dell’ONU su imprese e i diritti umani da parte del settore del commercio di materie prime, rappresentato in Svizzera da circa 570 imprese. Ciò dimostra una volta di più che le semplici raccomandazioni governative e le misure volontarie adottate dalle imprese non bastano per garantire il rispetto dei diritti umani e degli standard ambientali nelle attività commerciali delle imprese svizzere all’estero.

Pane per tutti, SWISSAID e Azione Quaresimale invitano OCP e i commercianti svizzeri di fertilizzanti a mettere in atto un processo di dovuta diligenza e ad adottare misure per prevenire le violazioni dei diritti umani. È ciò che prevede l’Iniziativa per multinazionali responsabili, che mira ad obbligare le aziende svizzere a rispettare i diritti umani e gli standard ambientali in tutto il mondo. Settimana prossima l’Iniziativa e il controprogetto saranno nuovamente discussi in Consiglio nazionale. Se il controprogetto non fosse adottato, l’Iniziativa sarà sottoposta al voto popolare nel 2020.

Berna/Lugano, 22 aprile 2019  ̶  La Campagna ecumenica del 50esimo, con il motto “Insieme con le donne impegnate del mondo. Insieme per un mondo migliore”, è stata l’occasione per celebrare e ripercorrere il lavoro e i risultati più importanti raggiunti in 50 anni. L’attenzione si è concentrata sui diritti delle donne come tributo al loro impegno esemplare a favore delle loro famiglie e comunità.

 «Fin da bambina mi sono resa conto che noi donne qui nelle campagne non abbiamo voce in capitolo. Siamo emarginate e i nostri problemi non sono presi sul serio. Mi impegno affinché le cose cambino» (Nomvuzo Nopote, Sudafrica)

Oggi si conclude la 50esima Campagna ecumenica di Pane per tutti, Azione Quaresimale e Essere solidali. Le tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo desiderano dire GRAZIE ai numerosi volontari e volontarie nelle parrocchie e nelle comunità e alle tre ospiti provenienti dai paesi del Sud, ovvero Suor Nathalie, avvocatessa della Repubblica Democratica del Congo, Marie Crescence Ngobo, segretaria esecutiva del Réseau du Devéloppement Durable (RADD) in Camerun e Bembet Madrid, promotrice del cambiamento sociale nelle Filippine.

Le tre donne hanno dato voce alle loro connazionali con impressionanti descrizioni, in occasioni di diversi eventi e serate in tutta la Svizzera. Hanno sottolineato cosa significa impegnarsi a difesa della popolazione, della salute pubblica e della terra nelle zone in cui si estraggono materie prime, e spiegato perché non possono fare a meno di continuare a battersi per rendere il mondo un posto migliore per tutti gli esseri umani. Infine un sentito grazie giunga anche alla popolazione svizzera, che da 50 anni con il suo sostegno contribuisce ad affrontare le cause e a far luce sulle ragioni strutturali dell’ingiustizia e della povertà.

Soeur Nathalie Kangaji setzt sich im Kongo für die Rechte der Bevölkerung im Umfeld der Rohstoff-Minen ein. © Meinrad Schade
«La povertà che mi circonda ha molti volti ed è così grave che non si può far finta che non esista» (Suor Nathalie, Repubblica Democratica del Congo)

Pane, rose e… zuppa

Circa 500 parrocchie hanno partecipato alla tradizionale Giornata delle rose di quest’anno e hanno venduto 91.700 rose in uno splendido sabato di primavera. In 466 panetterie è stato offerto il pane per condividere, mentre in occasione della festa per il 50esimo sono stati distribuiti 550 litri di zuppa, cucinata per l’occasione dal rinomato chef Mirko Buri, pioniere della filosofia anti spreco. Il Coro delle Nazioni ha fornito una degna cornice al culto ecumenico, mentre la mostra con i ritratti di “50 donne impegnate” ha attirato molta attenzione.

È un lungo viaggio quello che Azione Quaresimale e Pane per tutti hanno percorso insieme dal 1969, e in seguito con il sostegno di Essere solidali. Eppure molte cose ci ricordano la situazione di 50 anni fa. La cooperazione allo sviluppo ancora oggi è sotto pressione e il mondo è tuttora segnato da ingiustizie e squilibri. In questo contesto, la Campagna ecumenica è più importante che mai per informare le persone sulle interrelazioni in un mondo globalizzato e motivarle ad agire.

«Ogni persona, indipendentemente da dove abita, dalla sua età e dal suo vissuto ha i medesimi diritti. Noi dobbiamo difendere questi diritti». (Khalisah Khalid, Indonesia)

Ulteriori informazioni:

Federica Mauri, comunicazione e PR Azione Quaresimale, 079 662 45 22

 

La Campagna ecumenica: informare, indicare piste d’azione, raccogliere fondi: dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale dei cattolici in Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). Ogni anno, queste tre organizzazioni insieme portano all’attenzione del grande pubblico un tema riguardante la politica di sviluppo.

www.vedere-e-agire.ch

 

https://azionequaresimale.ch

http://www.bfa-ppp.ch

www.partner-sein.ch

 

Gottfried Locher, Präsident des Schweizerischen Evangelischen Kirchenbundes und Nationalrätin Maya Graf (Grüne/BL) schöpfen Suppe am Jubiläumsfest von Brot für alle, Fastenopfer und Partner sein. Bild: Patrik Kummer / Brot für alle

Berna/Lugano, 13 aprile 2019 - Giustizia sociale, pace, salvaguardia del creato: questi i temi al centro della Campagna ecumenica di Azione Quaresimale, Pane per tutti e Essere solidali da 50 anni. Le tre organizzazioni svizzere di cooperazione allo sviluppo hanno festeggiato sabato il 50esimo di collaborazione con un culto ecumenico nella Heiliggeistkirche di Berna e una zuppa cucinata dal famoso chef Mirko Buri, pioniere della filosofia anti-spreco, sulla piazza della stazione.

«Si tratta del futuro dell’Arca Terra. Oggi come allora». Ieri, in occasione dei festeggiamenti per il 50esimo della Campagna ecumenica a Berna, la consigliera nazionale Maya Graf (Verdi/BL) ha ripercorso i momenti salienti di questi 50 anni di campagne di informazione e di sensibilizzazione. La parlamentare basilese ha ricordato come già nel 1989, la Campagna si fosse occupata del cambiamento climatico e dei pericoli che comportava, concludendo che «Il tempo stringe» come recitava lo slogan di allora. «Oggi questa urgenza è finalmente stata compresa», ha commentato Bernard DuPasquier, direttore di Pane per tutti, «Siamo orgogliosi di continuare a riconoscere e rendere pubblici gli sviluppi politici e sociali rilevanti». Bernd Nilles, direttore di Azione Quaresimale, ha dal canto suo sottolineato come «Infonde coraggio vedere ciò che abbiamo realizzato negli ultimi 50 anni grazie ai nostri sforzi per la giustizia sociale e la salvaguardia del creato».

Insieme al loro partner Essere solidali, le organizzazioni di cooperazione allo sviluppo hanno celebrato questi successi con un culto ecumenico nella Heiliggeistkirche. «Abbiamo bisogno della Campagna ecumenica», ha affermato Felix Gmür, vescovo di Basilea, perché dimostra sempre più che al mondo la giustizia ancora non è garantita a ogni essere umano e che il cambiamento è necessario. «E che dobbiamo anche guardare dove i potenti non vogliono che noi guardiamo», ha aggiunto Gottfried Locher, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche svizzere.

Sulla Bahnhofplatz, il famoso chef bernese, Mirko Buri, pioniere della filosofia anti-spreco, ha servito una deliziosa zuppa di verdure. Ci sono molte sovrapposizioni tra la politica di sviluppo e il suo lavoro, ha spiegato Buri, che ha cucinato quasi 1400 porzioni di zuppa di carote, cipolle e aglio. Per l’occasione anche il sindaco di Berna, Alec von Graffenried, ha dato una mano a preparare la zuppa. «La cooperazione allo sviluppo ha già fatto molto – ha dichiarato von Graffenried – ma dobbiamo continuare a darci da fare per ridurre ulteriormente la povertà e la fame».

La Campagna del 50esimo dedicata alle donne impegnate

La Campagna ecumenica è nata nel 1969 sull’onda del Concilio Vaticano II, dall’idea che le Chiese dovessero essere coinvolte più attivamente nelle questioni politiche. Da allora le tre organizzazioni di cooperazione internazionale Azione Quaresimale (della Chiesa cattolica), Pane per tutti (della Chiesa evangelica) e successivamente anche Essere solidali (della Chiesa cattolico cristiana) hanno organizzato una campagna annuale di politica di sviluppo tra il Mercoledì delle Ceneri e la Pasqua, a favore di una maggiore giustizia e solidarietà.

Sin dagli inizi si sono sempre messi in luce i problemi e chiarite le cause strutturali dell’ingiustizia e della povertà. Per questo motivo temi quali la pace, la tutela dell’ambiente, i diritti umani, le pari opportunità, le relazioni economiche eque e la ricerca di uno stile di vita nuovo e sostenibile hanno plasmato la Campagna per 50 anni. Il motto della Campagna 2019 è “Insieme con le donne impegnate. Insieme per un mondo migliore”.

 

In una mostra sulla piazza della stazione, inaugurata proprio oggi, sono presentati i ritratti di 50 donne che quotidianamente in Svizzera, in Africa, in America latina e in Asia si impegnano per garantire maggior giustizia e condizioni di vita dignitose per tutte e tutti. Un omaggio alle donne, che ovunque sono una forza trainante per rendere il mondo migliore. La Campagna ecumenica si concluderà a Pasqua. Fino ad allora sarà inoltre possibile presentare, grazie a #50donneimpegnate, la o le donne che per ciascuno di noi sono un esempio da seguire per dare vita al cambiamento.

Per interviste e maggiori informazioni:

Berna/Lugano, 26 marzo 2019 – Sabato 30 marzo si svolgerà la tradizionale Giornata delle rose, durante la quale in molte piazze e strade di tutta la Svizzera, numerosi volontari venderanno rose per sostenere progetti di Pane per tutti, Azione Quaresimale e Essere solidali. Ogni rosa venduta permette di inviarne una virtuale ad una persona cara, accompagnata da una dedica, tramite l’app “Give a Rose”.

In numerose località del paese sabato 30 marzo saranno vendute rose ad un prezzo simbolico di cinque franchi. Anche quest’anno Coop offre il suo sostegno a quest’azione, fornendo le oltre 100’000 rose messe in vendita, ad un prezzo di favore.

Ogni rosa venduta è accompagnata da un codice, con cui è possibile regalare una rosa virtuale. Basta scaricare l’app gratuita “Give a Rose”. Naturalmente con questa applicazione si possono acquistare e regalare anche altre rose. Inoltre dal 2 aprile Coop lancia una settimana speciale, durante la quale per ogni mazzo di fiori con il marchio Max Havelaar venduto, saranno devoluti 50 centesimi a favore delle tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo.

Che si tratti dunque di una rosa reale oppure di una virtuale, ogni acquisto susciterà tripla gioia: innanzitutto perché il ricavato andrà a beneficio di progetti di Azione Quaresimale, Pane per tutti e Essere solidali, ad esempio in Guatemala. Secondariamente perché si tratta di fiori con il marchio Max Havelaar, che certifica un prodotto proveniente dal commercio equo e solidale. Il cosiddetto premio Fairtrade va a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori nelle aziende in cui si coltivano le rose, ad esempio per la loro formazione continua oppure per la scolarizzazione dei loro figli. Senza dimenticare infine che ogni rosa offerta farà felice la persona che la riceve.

La Campagna del 50esimo dedicata alle donne impegnate

Con il motto «Insieme con le donne impegnate del mondo. Insieme per un mondo migliore”, quest’anno Pane per tutti, Azione Quaresimale e Essere solidali festeggiano 50 anni di Campagna ecumenica. Per celebrare questa ricorrenza si terrà una festa il 13 aprile a Berna, aperta a tutti. In tale occasione sarà presentata una mostra con 50 ritratti di donne che si impegnano per maggiore giustizia, al Nord come al Sud del mondo. L’hashtag #50DonneImpegnate permette di indicare una donna che si reputa un esempio da seguire.

 

Ulteriori informazioni:

 

Contatti:

Federica Mauri, Azione Quaresimale, mail, 079 662 45 22

Lorenz Kummer, Pane per tutti, mail, 079 489 38 24

Il Consiglio degli Stati ha respinto ieri il controprogetto all'Iniziativa per multinazionali responsabili. Tuttavia, un reportage dai villaggi intorno alle miniere di Glencore nella Repubblica democratica del Congo sottolinea ancora una volta la necessità di misure vincolanti per proteggere le persone e l'ambiente.

Nel sud-est della Repubblica Democratica del Congo, Glencore estrae rame e cobalto in due enormi miniere. La società mineraria svizzera sta realizzando profitti enormi, ma la popolazione che vive in condizioni di povertà, soffre di inquinamento dell’aria e del suolo e ha un accesso insufficiente all’acqua potabile e alle cure mediche.

Pane per tutti e Azione Quaresimale e le loro organizzazioni partner locali nella R. D. del Congo lavorano da tempo per i diritti di queste persone. E stanno facendo tutto il possibile per garantire che Glencore si assuma maggiori responsabilità e in particolare si assuma la responsabilità per i danni causati. Se fosse stato introdotto a livello giuridico l’obbligo di dovuta diligenza, Glencore avrebbe dovuto fare tutto ciò che era in suo potere per prevenire le violazioni dei diritti umani e l’inquinamento ambientale nella fase di preparazione all’estrazione mineraria. Tuttavia al momento esistono solo misure su base volontaria.

In una coalizione, Azione Quaresimale e Pane per tutti sostengono quindi l’Iniziativa per multinazionali responsabili. Ieri mattina, il controprogetto è stato discusso dal Consiglio degli Stati e respinto.

Il nostro “web report” vi porta nei quartieri della città mineraria di Kolwezi e nei villaggi vicino alle miniere. Mostra le condizioni in cui vivono le persone e il motivo per cui l’Iniziativa per multinazionali responsabili è così importante.

Sostenga assieme a noi il rispetto dei diritti umani

Affinché le persone nella Repubblica Democratica del Congo o in altri paesi vedano rispettati i loro diritti

Dopo 15 riunioni di commissione ripartite su un anno e mezzo, il Consiglio degli Stati ha deciso oggi con una piccola maggioranza di non entrare in materia su un controprogetto all’iniziativa per multinazionali responsabili e ha raccomandato al popolo di respingere l’iniziativa.

Questa decisione non sorprende. Durante la scorsa settimana la lobby delle multinazionali, guidata da SwissHoldings ed Economiesuisse, ha fatto un’enorme pressione contro qualsiasi proposta di un compromesso. Un lavoro di lobbying che sembra aver funzionato. Contrariamente al Consiglio nazionale, che nel giugno 2018 aveva sostenuto un controprogetto con 121 voti contro 73, il Consiglio degli Stati non vuole introdurre la benché minima regola contro le violazioni dei diritti umani e i danni ambientali. Questo significa che multinazionali come Glencore, Syngenta e Novartis possono continuare a fare i propri affari in modo irresponsabile, senza che questo abbia conseguenze per loro.

Il successo della lobby delle multinazionali è il risultato di un doppio gioco. Economiesuisse e SwissHoldings hanno bloccato il controprogetto dall’inizio e ignorato le concessioni fatte in loro favore, mentre gli iniziativisti avevano fatto un passo nella loro direzione e preso in considerazione 20 limitazioni. Nei giorni precedenti la seduta del Consiglio degli Stati le due organizzazioni hanno inoltre alimentato l’incertezza diffondendo false affermazioni. Gli argomenti ideologici li hanno smascherati: probabilmente molti dei loro membri fanno affari in modo irresponsabile e per questo vogliono impedire le possibili conseguenze.

Per Dick Marty, co-presidente del comitato d’iniziativa, “la decisione di oggi agli Stati significa che le multinazionali potranno continuare a fare affari in modo irresponsabile.”

Sta ora al Consiglio nazionale decidere se vuole o meno mantenere il controprogetto. Il comitato di iniziativa mantiene naturalmente la propria proposta di ritirare l’iniziativa se il controprogetto proposto dal Consiglio nazionale fosse accettato. Dick Marty pensa a una campagna di voto con serenità: “L’importante sostegno all’iniziativa – in particolare anche dagli ambienti economici – mi rende ottimista. Queste aziende constatano che gli scandali a ripetizione sono dannosi per la reputazione del nostro paese e che la regolamentazione proposta aiuta la piazza economica svizzera a prepararsi per il futuro.”

La votazione sull’iniziativa multinazionali responsabili avrà luogo al più presto nel febbraio 2020.

Cosa chiede l’Iniziativa

L’Iniziativa vuole costringere le multinazionali a vegliare sul rispetto dei diritti umani e dell’ambiente nelle proprie attività. Per garantire che tutte le multinazionali rispettino questa nuova legge, i danni devono avere delle conseguenze. In futuro le multinazionali dovrebbero quindi essere ritenute responsabili per le violazioni dei diritti umani commesse dalle loro filiali.  

Per eventuali domande potete rivolgervi a:

– Chantal Peyer, 079 759 39 30
– Dick Marty, 079 621 29 39

Maggiori informazioni sull’iniziativa: www.iniziativa-multinazionali.ch

Maggiori informazioni sul comitato d’imprenditori/trici «Economie pour des entreprises responsables»: www.entreprises-responsables.ch

Sostenga le persone affinché possano decidere autonomamente del proprio futuro.

Scelga l'importo desiderato

Coraggiose paladine della giustizia: l'impegno delle donne per il cambiamento

La Campagna ecumenica 2019, la 50esima organizzata da Azione Quaresimale e Pane per tutti, in collaborazione con Essere solidali, si concentra sui diritti delle donne. Con il motto “Insieme con le donne impegnate nel mondo – Insieme per un mondo migliore”, essa vuole essere un tributo al loro impegno esemplare a favore delle loro famiglie e comunità. Giustizia, diritti umani e dignità umana sono i temi che hanno contraddistinto le campagne degli ultimi 50 anni. Questa cooperazione ecumenica, oltre che longeva, è unica al mondo.

«Quando ti rendi conto di ciò che sta accadendo nel mondo, ti senti in dovere di impegnarti» (Alimata Traoré, Mali)

Le donne ricoprono un ruolo essenziale nell’economia globale, tuttavia esse sono sottorappresentate a tutti i livelli decisionali, soprattutto quando si tratta di decidere e di controllare l’utilizzo delle risorse. Le donne mantengono la rete sociale e in molte parti del mondo, nelle aree rurali si fanno carico di una grande parte dei lavori agricoli, oltre ad occuparsi dei figli, degli ammalati e degli anziani. Al Nord come al Sud del mondo, sono coraggiose paladine che difendono i loro diritti e quelli della loro comunità, si impegnano per un’economia al servizio della vita e si adoperano per un cambiamento, di cui c’è urgente necessità.

Questo impegno è particolarmente importante nel contesto dello sfruttamento delle risorse naturali, che spesso porta a violazioni dei diritti umani, furto di terra o inquinamento del suolo e delle acque. Molte organizzazioni partner di Azione Quaresimale e Pane per tutti riferiscono di questi effetti catastrofici del business delle materie prime. Inoltre, vi sono abusi fisici nei confronti delle donne. I casi di stupro e di violenze attorno alle miniere e alle grandi piantagioni sono in aumento. Ma che si tratti del Sudafrica, del Congo o del Laos, le donne rivendicano i loro diritti, unendo le forze e sostenendosi a vicenda. L’opuscolo realizzato appositamente per la Campagna di quest’anno, da cui sono tratte le tre citazioni che accompagnano questo comunicato, raccoglie le testimonianze di 50 donne che si impegnano per un cambiamento in Africa, America Latina, Asia e Svizzera. www.vedere-e-agire.ch/50donne

 

Sempre attuale, anche dopo 50 anni

«Ho iniziato a interessarmi ai ruoli delle donne nella società già negli anni 50 quando, intuitivamente, sentii di dover uscire da questi obblighi» (Anne-Marie Holenstein, Svizzera)

Correva l’anno 1968: la società era in fermento e anche nelle Chiese spirava un vento portatore di novità.  Sull’onda del Concilio Vaticano II e del Consiglio Mondiale delle Chiese, le Chiese furono sollecitate a impegnarsi maggiormente per il bene del mondo intero e ad intervenire attivamente nelle questioni politiche. Questo portò alla prima campagna d’informazione congiunta nell’inverno del 1969 da parte di Pane per i fratelli (ora Pane per tutti), Azione Quaresimale e Swissaid. A questo scopo furono sviluppati slogan che ancora oggi spingono la gente a riflettere: «Cosa bisognerebbe fare per far morire di fame 40 milioni di persone? Niente». Questa campagna è stata la prima che ha dato avvio ad una lunga e fruttuosa collaborazione, di cui quest’anno si festeggia il 50esimo anniversario.

Sister Mary John OSB
Allora come oggi, l’attenzione si concentra sui diritti umani, la salvaguardia del creato, le pratiche commerciali sostenibili, la pace e le pari opportunità, con lo scopo di attirare l’attenzione sulle ingiustizie, sensibilizzando le persone in Svizzera.

Il 50esimo anniversario della Campagna ecumenica offre inoltre l’opportunità di celebrare e onorare l’impegno profuso in passato e nel presente. Concentrandosi sul lavoro delle donne impegnate, riconosce che le donne del Sud e della Svizzera, nei progetti, nelle parrocchie, nelle comunità, nella società tutta, sono una forza trainante per il cambiamento verso un ordine economico e sociale basato sulla cooperazione piuttosto che sullo sfruttamento.

«Un giorno durante una manifestazione un poliziotto mi domandò: ‘Suora, non sarebbe meglio se lei si occupasse dell’anima delle persone? Ribattei: ‘Lei vede delle anime qui? Io vedo solo persone’» (Sister Mary John OSB, Filippine)

Domande:

  • Federica Mauri, Azione Quaresimale, mail, 079 662 45 22
  • Lorenz Kummer, Pane per tutti, mail, 079 489 38 24

Festa per il 50esimo della Campagna ecumenica: il 13 aprile 2019, dalle ore 10.30 sulla piazza della stazione di Berna, con culto ecumenico, zuppa e intrattenimento. Maggiori informazioni

Ulteriori informazioni:

50 donne

Rivista Sguardi

La Campagna ecumenica: informare, indicare piste d’azione, raccogliere fondi: dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale dei cattolici in Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). Ogni anno, queste tre organizzazioni insieme portano all’attenzione del grande pubblico un tema riguardante la politica di sviluppo.

Berna / Losanna, 7 dicembre 2018 - Uno studio cofinanziato da Azione Quaresimale e Pane per tutti lo conferma: le condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi di apparecchi elettronici aumentano il rischio di suicidio dei dipendenti. Tra i motivi ci sono i ritmi pressanti e l'aumento dello stress prima dei picchi di vendita, come il Natale. Proposta una task force per studiare misure atte a migliorare le condizioni di lavoro.

«Diamo le nostre vite per ottenere un reddito», così si esprime un’operaia di un fornitore cinese di apparecchi elettronici per descrivere quelle condizioni di lavoro malsane che la inducono alla disperazione. I fornitori scaricano sui loro impiegati la pressione di tempi di produzione strettissimi e margini di guadagno esigui imposti loro dalle grandi marche dell’elettronica. Pertanto lo stress – soprattutto prima di picchi di vendita come il Natale – è una causa determinate degli alti tassi di suicidio nelle fabbriche cinesi. Lo conferma il nuovo studio di Electronics Watch e Economic Rights Institute, cofinanziato da Pane per tutti e Azione Quaresimale.

 

Nel 2010 avevano fatto scalpore numerosi casi di suicidio presso il fornitore cinese di Apple, Foxconn. Il nuovo studio esamina ora altre aziende e dimostra che anche lì le condizioni di lavoro svolgono un ruolo scatenante nei suicidi dei loro impiegati. Tra i fattori più importanti sono lo stress causato dalla non concessione di adeguati periodi di riposo e di giorni liberi, nonché conflitti e intimidazioni da parte del personale di sorveglianza. Mansioni monotone e l’assenza di prospettive di cambiamento contribuiscono a instaurare stati depressivi; salari inadeguati o la mancata retribuzione degli stessi esacerbano la pressione psicologica.

 

Consigli per un consumo equo e solidale

 

Per lo studio sono stati esaminati 167 casi di suicidio pubblicati nei forum su Internet. Inoltre sono state svolte indagini in 44 aziende e condotte interviste a 252 dipendenti in quattro stabilimenti. Nell’interesse dei dipendenti gli autori dello studio hanno deciso, con l’accordo di Azione Quaresimale e Pane per tutti di non menzionare i nomi delle aziende. Le due organizzazione di cooperazione internazionale propongono ora all’influente associazione internazionale di categoria Responsible Business Alliance (RBA) di mettere in piedi una task force congiunta per affrontare le situazioni critiche e migliorare concretamente le condizioni di lavoro delle impiegate e degli impiegati del settore dell’elettronica.

 

Pane per tutti e Azione Quaresimale sono da tempo impegnati a migliorare le condizioni di lavoro nel settore dell’elettronica. «La sostituzione sempre più rapida dei dispositivi elettronici aumenta la pressione di produzione e lo stress e quindi il rischio di suicidio dei dipendenti», afferma Karin Mader, che per le due ong si occupa di questo tema. È particolarmente importante richiamare l’attenzione su queste interrelazioni durante il periodo natalizio. Oltre al dialogo diretto e alle richieste alle aziende e ai fornitori del settore dell’elettronica, Azione Quaresimale e Pane per tutti agiscono anche sensibilizzando la popolazione svizzera su ciò che si può fare concretamente. Esse consigliano per esempio di far riparare i dispositivi invece di sostituirli, prima di un nuovo acquisto di verificarne la sostenibilità sociale ed ambientale, di acquistare apparecchi di seconda mano, ecc…. Perché sotto l’albero di Natale, anche apparecchi elettronici equi o di seconda mano sono un regalo gradito.

Informazioni supplementari (in tedesco e in inglese) sono scaricabili dal sito https://materialien.sehen-und-handeln.ch/medien/

Suggerimenti per acquisti equi nel settore dell’elettronica (in italiano) ((Verlinken und Link bitte einfügen))

L'odierna ``Giornata Mondiale del Suolo`` vuole ricordarci la necessità di un'attenta gestione di questo bene comune. Un suolo sano è fondamentale per il nostro benessere, la sicurezza alimentare mondiale e il funzionamento dell'ecosistema globale.

Il simbolo di una “Terra Madre”, dal cui grembo emerge tutta la vita, ha plasmato le culture del mondo per migliaia di anni. Dalla terra proviene il nostro cibo. Senza sole e acqua nessun vegetale può prosperare, così come nessuna pianta può prosperare senza il suolo, che fornisce supporto e nutrienti. Pertanto la protezione e il mantenimento del suolo e della sua fertilità devono assumere priorità assoluta nel sistema alimentare globale. È importante coltivare il nostro cibo in armonia con questa risorsa vitale.

 

Oggigiorno accade spesso il contrario. In tutto il mondo il suolo è maltrattato: sigillato, compattato, acidificato, sovra fertilizzato, eroso, sovrautilizzato, biologicamente impoverito e avvelenato. Il nostro suolo è lentamente defraudato della sua vitalità. Ogni anno l’attività umana a livello mondiale degrada una superficie di suolo vasta quanto la Svizzera e la tendenza è in aumento. Il cambiamento climatico rappresenta un’ulteriore minaccia. Nelle zone in cui si verificano, per esempio, periodi di siccità che sono in aumento a causa dei cambiamenti climatici, il 70% del suolo è già degradato.

 

Proprio per frenare il cambiamento climatico globale, la speranza più grande è la conservazione e lo sviluppo di terreni fertili che sono in grado di immagazzinare CO2. Infatti le piante estraggono CO2 dall’aria man mano che crescono e la convertono in carbonio. Quando le piante e le loro radici marciscono, la maggior parte di questo carbonio rimane idealmente nel terreno. Un aumento di solo l’1% del contenuto di carbonio del suolo corrisponde alle emissioni totali emesse a livello mondiale dall’impiego di combustibili fossili.

 

Un tale aumento sarebbe possibile solo se si passasse dagli attuali metodi di coltivazione industriale a quelli agro-ecologici. L’agro-ecologia si concentra infatti sull’attenta gestione del suolo coltivato. Già oggi, moltissime persone che praticano l’agricoltura sia con metodi tradizionali sia moderni, sia al Nord sia al Sud, seguono questi metodi, rendendo così un enorme servizio alle generazioni future e al nostro ecosistema. Queste persone sono maestre nell’alta arte di trattare il suolo, le cui peculiarità e esigenze richiedono grandi conoscenze, come un organismo vivente.

 

E lei? Quando è stata l’ultima volta che ha messo le mani nella terra? L’ultima volta che ne ha presa una manciata e l’ha annusata? Forse la Giornata Mondiale del Suolo di oggi le farà venir voglia di riprovare queste sensazioni e di ricollegarsi al suolo che ci nutre e ci sorregge.

 

Azione Quaresimale e Pane per tutti sostengono contadine e contadini del Sud del Mondo che lavorano con metodi di coltivazione agro-ecologica.

Ginevra, 28 settembre 2018: il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato oggi a larga maggioranza una dichiarazione a tutela dei diritti delle famiglie contadine e delle altre persone che lavorano nelle zone rurali. Ciò include anche le comunità di pescatori e i popoli nomadi.

La “Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti degli agricoltori e degli altri lavoratori delle aree rurali” è di grande importanza simbolica per le persone coinvolte. «La sua adozione significa rispetto per il nostro lavoro», afferma Elizabeth Mpofu, coordinatrice generale del movimento internazionale dei contadini La Via Campesina, che rappresenta 250 milioni di agricoltori in tutto il mondo.

 

Legga il comunicato stampa completo (in francese).

 

 

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Azione Quaresimale e Pane per tutti si rammaricano per il rifiuto all’iniziativa Fair Food e a quella sulla sovranità alimentare. La popolazione ha perso l'opportunità di obbligare la Confederazione ad impegnarsi per una maggiore sostenibilità nel settore agricolo e alimentare.

 

Sebbene quasi nessuno nel dibattito che ha preceduto la votazione abbia messo in dubbio il fatto che vogliamo e abbiamo bisogno di alimenti prodotti in modo accettabile dal punto di vista ambientale e sociale, la responsabilità di tale scelta dovrebbe ricadere nuovamente sulle spalle dei consumatori.

 

La politica invece, come annunciato dal consigliere federale Schneider-Amman dopo il NO alle iniziative, dedicherà ancor più attenzione alle politiche di libero scambio.

 

Resta ancora da chiarire come il Consiglio federale intende adeguare questa politica al nuovo articolo costituzionale sulla sicurezza alimentare, approvato l’anno scorso con l’80 per cento dei voti. Ciò richiede relazioni commerciali che «contribuiscono allo sviluppo sostenibile dei settori agricolo e alimentare».

 

Con l’Accordo di Parigi sul clima e gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, la Svizzera ha assunto impegni che non ha ancora adeguatamente rispettato. Il modo in cui il nostro cibo viene prodotto e commercializzato, in questo contesto, gioca un ruolo importante.

 

Pane per tutti e Azione Quaresimale continueranno a sostenere un’agricoltura che produce alimenti sani, protegge l’ambiente e il clima e consente agli agricoltori di condurre una vita dignitosa. In Svizzera e nei Paesi poveri del Sud.

Il 27 ottobre Azione Quaresimale e Pane per tutti parteciperanno a una conferenza sulla politica di libero scambio della Svizzera con i paesi del Mercosur sul tema “Come organizzare il commercio equo e solidale?” (link al sito in tedesco) Dopo il “NO” a Fair Food, questa discussione è più importante che mai.

Lugano/Berna, 13 settembre 2018 - Quasi una volta al mese, un'azienda svizzera all'estero è coinvolta nella violazione dei diritti umani o delle norme ambientali. Una nuova analisi di Pane per tutti e Azione Quaresimale ha contato almeno 64 casi di questo tipo negli ultimi sei anni, attribuibili a 32 aziende. Queste cifre illustrano la debolezza delle misure su base volontaria e l'urgenza dell'Iniziativa per multinazionali responsabili, che obbligherebbe le imprese a valutare meglio i rischi del loro agire a livello di diritti umani e ambiente.

Oro estratto illegalmente che finisce nelle raffinerie svizzere; bambini che lavorano in cave gestite da fornitori dell’industria del cemento; aziende di materie prime che inquinano il suolo, l’acqua e l’aria. Le imprese svizzere fanno regolarmente notizia con le loro attività all’estero. Le organizzazioni di cooperazione internazionale Azione Quaresimale e Pane per tutti hanno raccolto e analizzato i casi venuti alla luce negli ultimi anni. Il risultato è sconvolgente: tra il 2012 e il 2017, imprese svizzere all’estero sono state coinvolte nella violazione dei diritti umani o delle norme ambientali almeno 64 volte.

I 64 casi sono attribuibili a 32 imprese di 14 settori. Le aziende produttrici di materie prime sono di gran lunga la causa principale dei problemi. Sono ben 19 i casi che provengono da questo settore, undici dei quali sono stati causati solo dal gruppo Glencore di Zugo, leader indiscusso di questa allarmante classifica. Al secondo posto ci sono le banche e l’industria alimentare, ciascuna con sette casi. Per quanto riguarda il tipo di avvenimento, i casi di inquinamento ambientale sono in testa con il 21%, seguiti dagli episodi di violazione dei diritti dei lavoratori e delle norme di sicurezza sul lavoro.

Un valido aiuto dall’Iniziativa per multinazionali responsabili

L’analisi include violazioni o accuse corrispondenti che sono state studiate dai media, dalle organizzazioni internazionali o dalle ONG e che sono ben documentate. Il numero di casi non segnalati dovrebbe essere elevato, poiché molti reclami non sono documentati in modo completo e non raggiungono il grande pubblico. Si nota inoltre che solo cinque società sono responsabili della metà di tutti i casi: Glencore, Nestlé, LafargeHolcim, Syngenta e Credit Suisse. Sembra che le precauzioni volontarie a cui queste grandi imprese fanno sempre riferimento non possano impedire il coinvolgimento nei problemi legati ai diritti umani e all’ambiente. Ciò sottolinea l’importanza e l’urgenza dell’iniziativa per multinazionali responsabili. L’iniziativa popolare impone alle imprese internazionali di verificare regolarmente i rischi per i diritti umani e l’ambiente e di adottare misure preventive per prevenire le violazioni. Questo obbligo di dovuta diligenza contribuirebbe a ridurre il numero di violazioni dei diritti umani e dell’ambiente da parte di imprese svizzere.

Fact Sheet (in tedesco) e grafico scaricabili al link:  http://www.sehen-und-handeln.ch/medien

Per interviste e maggiori informazioni:

Yvan Maillard Ardenti, Pane per tutti, + 41 79 489 3824; mail

Federica Mauri, Azione Quaresimale, +41 79 662 45 22: mail

Produrre e consumare in modo biologico, equo, stagionale e regionale: in occasione del voto del prossimo 23 settembre abbiamo la possibilità di ancorare questi importanti principi per sistemi alimentari lungimiranti nella Costituzione!

Da anni Azione Quaresimale e Pane per tutti, tramite le loro campagne e i loro progetti, si adoperano a favore dell’agro ecologia e della sovranità alimentare. In Svizzera e nel mondo vogliamo promuovere modelli di agricoltura e di consumo che non siano determinati dal bisogno di crescita e dalla mentalità usa e getta, ma che mettano al centro l’essere umano e la natura. In particolare, abbiamo bisogno di sistemi alimentari che:

  • garantiscano una vita dignitosa e autodeterminata alle famiglie di agricoltori;
  • rispettino il diritto al cibo per tutte le persone nel mondo;
  • siano orientati verso i cicli naturali e mantengano o addirittura migliorino la qualità delle risorse naturali quali il suolo, l’acqua e la diversità biologica;
  • lascino le sementi nelle mani degli agricoltori e rimangano privi di OGM;
  • proteggano il clima e consentano l’adattamento della produzione ai mutamenti climatici;
  • non causino l’accaparramento delle terre (land grabbing);
  • rafforzino e proteggano l’uomo, gli animali e la natura invece di sfruttarli.

Quasi la metà delle derrate alimentari consumate in Svizzera è prodotta all’estero. Si tratta di carne e uova provenienti, ad esempio, da allevamenti tedeschi, in cui l’allevamento in gabbia e l’uso di antibiotici è la regola. Oppure i pomodori importati in Svizzera dall’Italia meridionale o dalla Spagna, raccolti in condizioni di schiavitù da migranti africani.

Tra questi vi sono persone che hanno perso la terra nei loro paesi d’origine perché sequestrata da grandi aziende, anche svizzere, per la produzione di olio di palma o canna da zucchero.

Ciò dimostra quanto i sistemi alimentari del Sud del mondo siano strettamente legati a quelli del Nord. Essi devono pertanto essere concepiti in comune.

Ora possiamo tutti partecipare in modo concreto alle scelte politiche. Il 23 settembre saranno sottoposte al voto popolare due iniziative volte a promuovere la sovranità alimentare in Svizzera e un’importazione equa ed ecologica di derrate alimentari.

L’iniziativa per alimenti equi (Iniziativa Fair Food) dei Verdi invita il Consiglio federale a promuovere «un approvvigionamento alimentare di buona qualità e sicurezza, prodotto nel rispetto dell’ambiente, delle risorse, degli animali e del lavoro». Questi principi si applicheranno in futuro, a prescindere dal fatto che si tratti di alimenti prodotti indigeni o importati.

Con l’adozione dell’Iniziativa Fair Food, la Svizzera dovrà adottare misure volte a promuovere l’importazione sostenibile o a impedire l’importazione di prodotti che violano le disposizioni svizzere, ad esempio in materia di protezione degli animali. Per i paesi in via di sviluppo, l’iniziativa offre opportunità, soprattutto se le cooperative di agricoltori che producono in modo biologico sono promosse in modo specifico e ottengono vantaggi di mercato rispetto alle grandi imprese industriali.

Azione Quaresimale e Pane per tutti sostengono l’Iniziativa Fair Food e dicono SÌ il prossimo 23 settembre.

L’iniziativa “Per la sovranità alimentare” del sindacato degli agricoltori Uniterre si concentra sulla situazione in Svizzera. Il Consiglio federale è invitato a promuovere «l’agricoltura domestica», che è «redditizia e diversificata» e produce in modo sostenibile alimenti sani e privi di OGM.

La produzione diversificata è minacciata soprattutto dalla continua diminuzione del numero di agricoltori: attualmente in Svizzera scompaiono ogni giorno tre aziende agricole. L’iniziativa intende contrastare questo fenomeno con misure efficaci a favore di un maggior numero di persone in agricoltura, del miglioramento delle condizioni di lavoro e della conservazione dei terreni coltivati.

Uniterre è membro del movimento internazionale dei contadini La Via Campesina, organizzazione partner di Pane per tutti. Vedono la loro iniziativa come un contributo ad un cambiamento di paradigma nell’agricoltura mondiale, in particolare per rafforzare la gestione locale ed ecologica.

Azione Quaresimale e Pane per tutti sono anche impegnati in questa visione di un sistema nutrizionale nel loro lavoro.